EVERSIONE AL GOVERNO
di Pietro Spataro |
Un premier che giura vendetta contro la magistratura, il Parlamento, la Corte Costituzionale. Un ministro della giustizia che, oltre a cercare i migliori cavilli legislativi per salvare il suo padrone dai processi, chiama la gente in piazza per difendere una pericolosa e devastante riforma.
Un ministro della Difesa che, mentre l'Italia e' in guerra, manda a quel paese il presidente della Camera dopo aver urlato con gli occhi di fuori contro il capogruppo del Pd. Un ministro delle Riforme che a quelle disperate persone che fuggono dalla guerra e che spesso muoiono in mare grida in perfetto dialetto padano "fora da i ball".
Non c'e dubbio: l'eversione e' al governo.
I colpi di coda del berlusconismo si stanno dimostrando più pericolosi e insistenti di ogni immaginazione e sono la dimostrazione di quel che Gramsci chiamava il "sovversivismo delle classi dirigenti".
L'Italia e' in pericolo, siamo tutti in pericolo.
Se non si riesce a fermare questa banda di distruttori ci troveremo alla fine con un paese fuori dalla democrazia e in mano a un uomo che, statene certi, dallo scranno del Quirinale ce ne farà vedere ancora delle belle.
L'opposizione oggi più che mai ha un dovere fondamentale: usare tutti gli strumenti, anche quelli eccezionali, per chiudere con questo indicibile attacco alla libertà e alla democrazia e portare gli elettori al voto. Smettetela quindi di fare a gara a chi e' il più bravo, il più intelligente, il più duro o il più morbido. Smettetela di di farvi gli sgambetti, di farvi addosso l'un l'altro per rosicchiare uno zero virgola nei sondaggi.
Il rischio e' che quello zero virgola serva solo a mantenere al potere un governo del disfare. Intanto si potrebbe tutti insieme andare d'al capo dello Stato e dirgli: presidente per noi c'e un solo modo per mettere fine a questo strazio democratico, andare al voto subito.
E poi visto che, come ci suggerisce il vecchio Ingrao dall'alto dei suoi 96 anni, non basta indignassi, mettere in campo idee e uomini che diano al paese la certezza che il dopo Berlusconi esiste e non e' un'armata brancaleone.
3 aprile 2011